Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

in uso. E non solo nella direzione esclusiva di una diversa, più articolata configurazione di istanze storico-culturali (il caso di Valéry o di Pasolini), ma soprattutto in quella di un rapporto nuovo attivato tra produttore e prodotto, che scopra, nell'arbitrarietà tutta. necessitata del testo, l'impulso dinamico «di forze 'verticali', al limite senza meta e senza fondo, in incessante assestamento e attività». Cosicché, al termine di una lettura che affascina e coin– volge, si ha l'impressione di avere assistito ad una sorta di illustrazione scenica, ad un'azione verbale che si svi– luppa nello spazio concreto, fisico, definito del Testo, le cui linee interferenti e i cui livelli differenziati, mentre svelano i loro meccanismi profondi ad un'analisi attenta e sorvegliatissima, conservano la fisionomia mobile del- 1'<,altrove». Merito non ultimo di un metodo critico che, nel suo rigore, rappresenta, descrive, segue il percorso della pa– rola, senza tuttavia prevaricarne mai le intenzioni e senza spegnerne, in nessun caso, la metamorfica vitalità. EMMANUEL LÉVINAS Totalità e infinito Niva Lorenzini Milano, Jaka Book, 1980 - In particolare, «Sezione Terza: Il volto e l'esteriorità» «Nella resistenza all'analisi il parlare costituisce, ora, l'esperienza del non– sapere.» (Bernard Rosenthal) Anche se - dimostra la sperimentazione clinica - l'ef– fetto di parola si colloca altrove rendendo evanescente 215

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