Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982
tagma veicola un discorso politico-sociale incentrato sul problema della proprietà. Il secondo si presenta subito come un messaggio più sibillino che si muove comunque lungo un asse di spostamento interno-esterno («entrer»– «sortir» ). Il dettato dell'iscrizione in tal modo esibito sul «fron– tispice» si rivela completamente disatteso all'interno del castello al livello della pratica facendo emergere nella contraddizione tutta la portata politico-sociale. Ce qui choqua le plus Jacques et son maitre ce fut d'y trouver une vingtaine de vauriens qui s'étaient emparés des plus somptueux appartements où ils se trouvaient presque toujours à l'étroit, qui prétendaient, contre le droit commun et le vrai sens de l'inscription, que le chateauleur avait été légué en toute propriéte, et qui, à l'aide d'un certain nombre de coglions à leurs gages l'avaient persuadé à un grand nombre d'autres coglions à leur gages, tout prets pour une petite piece de monnaie à prendre ou assassiner le premier qui aurait osé !es contredire, cependant au temps de Jaques et de son maitre on l'osait quelquefois (p. 30). Qui non solo è denunciato il sovvertimento del «droit commun», messo in stretta corrispondenza con «le vrai sens de l'inscription» che ci rimanda ad alcune posizioni ideologiche di Rousseau (Cfr. Discours sur les origines de l'inégalité), ma anche il mantenimento di un tipo di potere e di alcuni privilegi attraverso un sistema gerar– chico, sostenuto dal potere del denaro, e attraverso l'uso della violenza. La seconda parte dell'iscrizione ha in comune una cer– ta fisionomia retorica, ma si capisce che il senso più pro– fondo e articolato ci fa accedere ad altri livelli di senso dell'allegoria. Si può ritenere per il momento, per omo– logia con la prima parte dell'iscrizione veicolante un di– scorso politico-sociale, che la scritta sul frontone non pone alcun elemento di divieto per quel che riguarda il movi- 145
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