Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982
Il posto dell'oggetto incasella ente o stato definito da uh grado di passività, che si ponga come punto ad quem, destinatario; che valga anche come figura del reale, nella sua «impossibilità». Per il posto dell'azione basta un'indicazione minima: vi s1 deve leggere la forma d'uscita, di scarico dell'energia che il discorso nella successione dei suoi luoghi ha arti colato. Ecco pertanto alla lavagna il quadrante della distribu zione: soggetto finzione azione oggetto Quanto ai termini che vi si inscrivono, essi sono: S = Simon Lecour ossia Boris D = la ragazza Djinn G = le garçon, il ragazzo Jean i = invio, rimando di un personaggio ad altra im presa o situazione, sbocco di ima frase in un'altra, con generico valore di lisi. A parte l'ultimo termine (i), non sono evidentemente né attanti né funzioni né significanti secondo l'accezione tradizionale: ma momenti articolativi del discorso roman zesco in quella particolare fase di cui il grafo è la for malizzazione. La formula fonetica Questo libro s'intitola Djinn (per essere più esatti, non s'intitola semplicemente così: ma è un punto su cui ritor nerò). A che cosa fa pensare? «a niente di più e a niente di meno di ciò a cui si deve pensare quando si legge un titolo», secondo l'opinione di Lessing. Difatti il «niente di più, niente di meno» non delimita ma sfonda intermi- 70
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