Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

eh'egli stesso indica per la sua monografia. E le fiamme sono quelle immaginate da Tzara e Novalis, da Goethe e da Trakl, da Eliot, Claudel, D'Annunzio. La reverie della scrittura poetica rappresenta !'«assoluto della reverie»: in essa s'afferma il dominio dell'immaginazione che non conosce limiti al suo potere di inaugurare il mondo. «Ogni poesia è inizio», scrive Bachelard. Nessun altro linguaggio come quello del poeta-sognatore, di questo «pittore di parole», è capace di rinnovare lo stupore d'uno sguardo che vede sempre «come se fosse per la prima volta». Il mondo chiuso delle percezioni quotidiane, ferito dal­ la provocazione di questo sguardo, si «derealizza», sot­ traendosi così alla prigionia dell'abitudine, alla costrizione di un senso comune pacificato nella banalità dei suoi giudizi. Altrove, per i miracoli di cui l'immaginazione let­ teraria è artefice, per le metamorfosi decise dalla volontà poetica una surrealtà si mostra. Una sur-nature che oltre l'orizzontale uniformità del «già da sempre visto» disloca la coscienza: la costringe a seguire un vettore ascensio­ nale, per trasferirsi nella regione dell'ambiguità, del «chia­ roscuro», ove la responsabilità del giorno si dissolve con la fantasticheria della notte. Dove alla coscienza medesi­ ma, che ritrova !'«intimità» con se stessa, è dato di tra­ smutarsi in cogito della reverie, in quell'Io sogno che dice la libertà dalla mattutina fatica del pensiero _e, in­ sieme, la salvezza dai fantasmi che abitano gli abissi del­ l'oscurità 1 • In questo luogo ch'è «nessun luogo», le imma­ gini vegliano: esse sorvegliano, proteggono la felicità della visione dalla minaccia dei «briganti che si aggirano per le foreste del sonno notturno». Così che, quando la can­ dela s'è spenta, il poeta scrive ancora al lume degli occhi del suo gatto, «creatura attenta che dormendo guarda, continua la veglia...». Nel cerchio tenue della «luce mino­ re» accade anche che gli «oggetti familiari» danzino, velati dal profumo dell'infanzia. Ma non di un morto passato questi oggetti vogliono narrare, non d'una stagione vissuta 224

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