Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

«geni» sono per gli anni '80 quello che i transistori sono stati per i '60?) La psicanalisi freudiana aveva già risolto con una domanda il dualismo fata-le di genetico e storico, afferma Lacan, «sono vent'anni che mi sfiato perché que­ sto qualcosa in cui lo psicanalista, interpretando, fa un'in­ trusione di significante, non lo prenda per una cosa, per­ ché è una falla, è una falla di struttura», un dépattements dell'idealismo in cui precipita il tempo vissuto. Capovol­ gendo la dinamica assiomatica, !'«a-venire» della specie è davanti a noi come il qualcosa della promessa del «di­ venire». Occorre evitare di arenarsi nella costellazione i­ somorfa del sapere positivo, del contenente e dei suoi caratteri dominanti. Oggi importa poco la fissità o la mo­ bilità del reale biologico. Sviamo, allora, dentro la meta­ fora: questi studi recenti sul cervello sono un artificio tassonomico, l'icona di un simbolo ai margini della semio­ logia medica, l'uovo filosofico dell'alchimia Occidentale. «Se la conoscenza nasce solo sganciando il linguaggio - scrive Lacan - non certo perché sopravviva occorre raccordarla ad esso, ma per dimostrare che è nata morta»: occorre sul serio un nuovo scenario per l'indicibile che sta dietro la dura madre? Per questo fantasma dell'incon­ scio che si struttura come un linguaggio? O non è, invece, che la crisi della parola, ultima, fra quelle che funestano la fine del millennio, eccita il rude linguaggio delle ca­ serme e degli ospedali a prendersi una rivincita? «La zoologia può partire dalla pretesa dell'individuo di fare del vivente l'essere, ma è perché a tale pretesa rinunci, basta solo che essa prosegua a livello del polipaio»). Di­ ciamo che è l'antifrasi la vera «conversione» di senso degli studi più recenti sull'argomento: essa smaschera il determinismo delle teorie stratomorfiche - del resto, la «non-razziazione» della specie umana presuppone, alme­ no, un accorgimento culturale dello sviluppo indipendente dal long run term geologico - per conservare l'ineluttabile destino dell'essere. Sarebbe dunque più interessante con- 218

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