Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

Ma questo linguaggio è anche nenia, preghiera, flusso cantilenante che fascia lavoro retorico (sui significati e sui suoni) e sconnessioni semantiche in una ristruttura­ zione ammaliante, con una qualità di voce assolutamente convincente. Una pronuncia così assoluta sembra provenire dalla stessa intensità di decisione con cui si avanza lungo i miraggi senza preoccupazioni di altro; o anche - si può dire - dalla stessa «vicinanza» con cui si guarda alla morte. Allora la scrittura di Rosselli non è solo operazione sul linguaggio, sregolamento dell'ordine grammaticale e semantico fino alla creazione di una retorica inedita, ma è continuo mutamento dell'essere, perenne passaggio di identità, mobilità che mescola vecchie e nuove identifica­ zioni tra loro: dando alla scrittura il carattere di prota­ gonismo aperto. Allora la collocazione fisica che qui si è scelta Rosselli («il campo di grano») è un luogo dove accade tutto. RENATO e RoSSELLINA BALBI Lungo viaggio al centro del cervello Bari, Laterza, 1981 Cesare Viviani «Chi mangia il cervello dei metafisici ca­ ca illusioni». (Alfred Jarry) L'accecamento - come la caducità - è la vera infermità del pensiero scientifico. Prigioniero di un universo domi­ nato dallo spazio la durata è delirio, evento catastrofico, storia di un'azione demiurgica. Questo accecamento susci­ ta epifanie da delirio che costituiscono la sostanza delle 214

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