Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

Quaderno di lettura Et chaque livre n'est plus qu'une tenta­ tion différée André Gide La convinzione di Benjamin, che l'allegoria sia l'arma­ tura del moderno può trovare certificazioni negli scritti di Alberto Savinio. Pietrificazione del «paesaggio dell'ani­ ma», implosione del senso, percezione di uno sguardo «familier» della natura che diventa distanza e sorriso, allucinazione dell'io scrivente, al quale dell'antico narra­ tore resta solo l'ombra, o un frammento perverso, dell'an­ tica saggezza, preso com'è nelle astuzie del testo, nel di­ sincanto della lingua. Lingua che egli può dominare solo concedendosi ad essa, ai suoi turbamenti e ingorghi, abi­ tando senza soggezione e pudore le sontuose stanze delle sue retoriche, mascherandosi anzi cogli stessi veli della sua sensualità: a questa forma particolare dell'allegoria penso quando leggo Savinio. Ora i due racconti - La nostra anima e Il signor Mii.n­ ster - mi invitano ad una traversata nei luccichii delle metamorfosi e nelle improvvise irruzioni di lampi d'infan­ zia (l'avanguardia e la critica del tragico: un titolo per una lettura di Tragedia dell'infanzia). Lapsus, deformazio- 190

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