Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

tica e fisica in particolare. Ma proprio questo è il fatto mancato nella stragrande maggioranza degli interventi. Il programma di Prigogine e del suo gruppo, invece, accetta la sfida. «Uno dei temi essenziali di questo libro [La nuova alleanza] è quello relativo all'interazione forte tra i problemi propri della cultura considerata comples­ sivamente e gli sviluppi concettuali della scienza nel con­ testo di questa cultura. Questo tema si radica nell'espe­ rienza personale di uno di noi [Prigogine]. Nel corso della sua carriera scientifica ha sempre cercato di trovare una risposta al problema del tempo nella sua relazione con la complessità della natura. Questo problema gli deriva da un'esigenza specificamente culturale, quella che espri­ meva Bergson quando scriveva: «Le temps est invention, ou il n'est rien du tout» [...]. Bergson aveva esplorato i limiti della scienza classica. Le risposte, o gli abbozzi di risposta, che presenteremo, ci hanno portato oltre i limiti della scienza classica. Così Bergson aveva sottolineato che già dalle prime sistemazioni teoriche della meccanica fino alla relatività di Einstein (e noi possiamo aggiungere fino alla meccanica quantistica), tempo e spazio, tempo e mo­ vimento si trovavano legati così strettamente da confon­ dersi quasi. Ora, assistiamo oggi ad una riscoperta del tempo fisico, e noi pensiamo che questa riscoperta non risulti semplicemente dalla logica interna delle teorie scientifiche ma da questioni che è stato necessario deci­ dere di continuare a porsi. È stato necessario decidere che tali problemi non avrebbero potuto essere dimenticati da una fisica che mirasse a comprendere la natura. È così che, proprio nel cuore della scienza, si ritrovano pro­ blemi come il tempo, il divenire, l'irreversibilità, a cui ogni generazione di scienziati ha cercato di dare una nuo­ va risposta» (La nuova alleanza, p. 19). 180

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