Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

pure avevamo ricostruito fuori del rilievo letterario, e non proppiano, dell'intreccio) o per un segno - di presenza o d'assenza - che toccava il significato dell'evento, la no­ stra interpretazione si faceva vantaggiosamente incerta: la funzione era quella e non quella; osservata da un altro luogo della morfologia o del racconto, sembrava un'altra funzione (in un altro svolgimento, naturalmente) o poteva essere addirittura un elemento che si adattava alla serie e al sistema, ma per manipolarli, innovarli in qualche particolare. La struttura del cunto mostrava qualcosa del­ la sua poliedricità, della sua mutevolezza, qualcosa di cui giovarsi. Ed era proprio la morfologia della fiaba, se­ gnalata in via preliminare dalla materia popolare dell'o­ pera e assunta alla prova di una composizione, ad esporre una dinamica di elementi strutturali e a indurre la lettura in una prima percezione di gioco e di illusorietà. La stessa linearità dello schema morfologico metteva in luce, al momento di cedere, _lo sviluppo pluridimensionale, la mo­ bile spazialità della composizione del cunto. Non ci applichiamo certo ad argomentare l'accezione ovvia 13 dell'enunciato di Propp sulla singolarità dell'opera d'arte e sull'«uso di metodi esatti», il quale, nell'analisi letteraria, «darà risultati positivi solo se lo studio degli elementi ripetibili sarà accompagnato dallo studio di quel che di unico» 1 4; vogliamo piuttosto far prova dell'ipotesi metodologica accennata da questo enunciato, tradurla in un modulo di adeguazione e di raffronto, per raccoglierci in qualche modo a considerare, senza disturbare l'enfasi e l'assioma del «miracolo inconoscibile», proprio «quel che di unico», per apprenderlo e parteciparlo, specialmen­ te in forme di trasgressione e innovazione. Bisogna senz'altro distinguere tra «elementi funziona­ li» dei racconti popolari e elementi «forse anche più im­ portanti in un'altra prospettiva» 15 , come le motivazioni e gli attributi dei personaggi; e lo abbiamo fatto ·anche nel riconoscere che non potevamo riferire sullo svolgimen- 15

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