Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981
di « Cenerentola»/« Pelle di gatto» che mi sono sforzata di mettere in luce non è semplicemente il fatto che « un mito [o, nel nostro caso, un racconto di fate] con siste di tutte le sue versioni» (Lévi-Strauss), ma tutta l'importanza del · fatto che le loro inter-relazioni consi stono più in un gioco di differenze che di coincidenze; la nozione lacaniana che il testo parla · attraverso i suoi silenzi altrettanto che con ciò che dice, implica anche una distribuzione diseguale dei « silenzi» all'in� terno del corpo delle varianti: una specie di economia di compensazione attraverso la dissociazione. Vicever sa, la sovradeterminazione prodotta dal coincidere di taluni elementi in diverse versioni ha come risultato forme di condensazione su scala locale; ma il principio generale che agisce nel corpus come insieme, come pure nelle singole narrazioni, sembra essere una forma par ticolare di spostamento intertestuale. Celia Britton (Traduzione di Mario Spinella) NOTE 1 Lévi-Strauss C., Antropologia strutturale, Milano, Il Sag giatore 1966, p. 243. 2 Maranda P., « Cendrillon et la théorie des ensembles », Proceedings of the Symposium on the structure and genres of ethnic literature, Palermo 1973. 3 Nella versione di Basile è una donna che svolge il ruolo di soggetto che narra la storia, e nel corso della narrazione la parola della donna si dimostra una vera e propria forma di azione: « Dapprima il principe prese la cosa in celia; ma tante volte Zezolla tirò di piatto, che infine colpì di punta ed egli si piegò alle parole di persuasione della figlia». Basile G.B., Lo cunto de li cunti, Torino, Einaudi 1976, p. 21. Versione italiana di Benedette, Croce. 4 Macherey P., Per una teoria della produzione letteraria, 94
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