Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981
di solito emerge in noi per mezzo dell'attenzione degli altri, e vergognarci così di fronte a noi stessi *. Su questo presupposto si fondano le modificazioni pro priamente sociologiche del sentimento del pudore. La per sonalità predestinata a suscitare in noi l'alterazione del sentimento dell'Io è quella che non ci è né del tutto lon tana né del tutto vicina. Di fronte al primo tipo non siamo propriamente un Io, perché essa, proprio per la mancanza di conoscenza personale, non sa distinguerci af fatto da altri. Perciò chi è del tutto estraneo provocherà un'accentuazione del nostro sentimento dell'Io solo nei punti in cui esso si lascia stimolare da interessi gene ralissimi, cioè dagli interessi più grossolani e più indif ferenziati. Di qui la particolare franchezza con cui com pagni di viaggio che si conoscono da un'ora, e che dopo un'ora non si rivedranno più, si confidano spesso reci procamente cose abbastanza intime. In questo caso si è appunto reciprocamente anonimi, l'Io in quanto tale è tagliato fuori dalla relazione, e quest'ultima può acquisire perciò solo certi contenuti, che di fronte ad uno che fosse più vicino sarebbero per noi fonte di vergogna. È in fondo lo stesso istinto per cui le donne orientali, come si racconta, coprono anzitutto il viso quando vengono sorprese in una situazione imbarazzante (chocanten). Il viso è infatti la manifestazione e la caratterizzazione del- " Un fenomeno rudimentale del pudore è la timidezza, che nasce nello svilimento della coscienza dell'Io per mezzo di una accentuazione cui esso si sente · impari. Ma in questo caso non si tratta di un giudizio di valore, del contrapporsi ad una nor. ma, come nel caso del pudore, bensì di un -rapporto puramente dinamico: la psiche non può dominare la folla di rappresenta.; zioni e di sentimenti che con le pretese o l'attenzione degli altri vengono suscitate in essa, non può cioè organizzarla sotto la coscienza dell'Io; di qui la -sensazione di confusione, che nasce solo da una mancanza di forza o di capacità di organizzazione interiore. La « verecondia ,. del bambino, evidentemente, non è nient'altro che questa timidezza, · non- pudore vero e proprio. 47
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