Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

corporali? 6 • A che cosa corrisponde, complessivamente, l'accelerazione della crisi della nudità nel mondo moder­ no? Forse con insufficiente (ma non in Weber, mi sembra di poter dire) consapevolezza storica, la sociologia clas­ sica tedesca tentò di unificare due grandi temi dell'éra moderna : formalizzazione e violenza. Il pudore presenta un livello estremo di rarefazione formale : come scrive Simmel nelle pagine qui tradotte, si arrossisce per un'of­ fesa, ma anche per un elogio, ci si vergogna di un grave peccato morale, ma anche di una semplice trasandatezza nel vestire. In verità la causa scatenante della vergogna occasionale è quasi insignificante rispetto al pudore come Gefuhl, stato sentimentale. L'uomo è sempre in procinto di vergognarsi: sarà questo assunto a determinare la suc­ cessiva ricerca scheleriana. Non è per pruderie che Sim­ mel propone di svincolare il pudore dalla sfera sessuale, ma perché il sesso è eccessivamente concreto. C'è qual­ cosa di più radicale e di più elementare del pudore, ed è la necessità di costruire un filtro di pudicizie il cui fondamento è la paura del rischio, e che siano quindi così astratti e formali da segnare anche le modalità del conflitto politico : il principio per cui il nemico non va annientato è un principio esclusivamente moderno. Di­ venta possibile segnare a fuoco l'impudenza come uno sconvolgimento delle regole della competizione politica. La violenza è una faccenda dello Stato, ma lo Stato non è tutta la politica. Nessun « monopolio della forza fisica» potrebbe nascere se a sorreggerlo non fosse un tipo di comunicazione fondato sul pudore, sul rispetto reciproco, sull'intangibilità di principio del corpo. È probabile che solo uno Stato debole e in deficit di legittimazione si sen­ tirebbe indotto a normativizzare il pudore, ma è certo che il pudore non esisterebbe se non esistesse lo Stato. Bruno Accarino 38

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