Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981
della dépense, ma a monopolizzare la « verità » di cui l'analisi è la via regale. In Kant con Sade, Lacan chiama questo paradosso il « caso del soggetto che incontra una legge propria nel momento in cui non ha più davanti a sé alcun soggetto, legge che non ha alcun fenomeno che qualcosa di già significante, che si ottiene da una voce della coscienza e che, articolandovisi come massima, vi propone l'ordine di una ragione puramente pratica o vo lontà». Rosine Lefort sapeva dal principio che la « parola di perfezione» dell'analisi, messa in pratica, avrebbe aperto un varco nelle pulsioni dissipative di Nadia a di spetto della sua esegesi : sauter pour mieux reculer ! Ciò che la Lefort intende per metodo psicanalitico è solo la caricatura di un noema di una noesi, cioè di una esplo sione, di essa oggi, forse, Nadia ride come si ride di tutto ciò che pretende di trapassare una metafora che lo rin chiude. Ma Nadia è anche l'allegoria di un viaggio Parigi Vienna. In questa allegoria balugina la disfatta dell' élan amo roso a partire da una parola, perché Nadia era sola e « tanto basta nei tempi in cui viviamo ad attirare una condanna», la condanna alla guarigione analirica in cam bio di un favore. Nella fattispecie, il favore di perdere per sempre i consigli di Henri Becque, il cui busto tro neggia in Piace Villiers, e che Breton considera il ricever li « un fatto non esorbitante ». La tematizzazione del « caso Nadia» si riduce ora a quest'ultima considerazione: che nell'analisi il soggetto è un ospite della coscienza di sé. Nadia ne era fortunata mente priva fino a quando « le leggi dell'ospitalità» si trasformarono per lei in « leggi della sopravvivenza ». L'essere umano, che vive in virtù della sua eredità, so pravvive nel diritto della parola di rappresentare lo stru mento dell'astuzia dell'unicità del soggetto. L'Altro, fonte di ogni significato, è anche dissoluzione del Neutro. Non ci sono vie miracolose al materialismo del desiderio, sof ferenza, diarrea, otalgie, sono l'esteriorità della legge che si fa strada come verità del mondo, come epifania della pulsione di .morte che si minimizza nel simbolo. Né a Nadia, né a chi scrive è successo di avere tanta immaginazione per attirare il tempo su quel terreno dove può essere vinto con tutta facilità. PER SALVARE 211
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