Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

dal luogo di residuo, impurità biografica per la «purez­ za» della narrazione, a quello di oggetto assente nella narrazione, un'Adelaide che non c'è, in posizione domi­ nante. Sono queste le due posizioni di a piccolo nei due discorsi che Lacan chiama rispettivamente, discorso del S1 S2 posizione dominante padrone (-� - sullo schema: --------- � S a verità produttore � -------) e discorso dell'analista (in cui, prodotto, resto a S - � -, l'oggetto piccolo a, passato in posizione domi- S2 S1 nante, è sostenuto da un sapere in pos1z10ne non più di produttore, ma della verità, di un sapere, cioè, della verità). Differenti, e differenti in questo da tutte le altre opere di Sade, sono le 120 giornate di Sodoma. Invece di scorrere sul filo doppio della 't'VXTJ, le avventure di Justine ambigua vittima di un ambiguo destino, le 120 giornate evocano l'avci.yxTJ, che leggiamo «necessità», e anche «costrizione», «violenza», e anche «stretto vin­ colo, consanguineità» che ci riportano, queste ultime, subito al nucleo edipico, insieme con «coazione», che è in psicoanalisi essenzialmente coazione a ripetere. Po­ tremmo dire che le 120 giornate ci danno non tanto un discorso in analisi, nel quale l'analista reperisce infine 1'S1, cioè quel significante primo . che la ripetizione na­ sconde e finalmente rivela, quanto la struttura stessa della ripetizione nel suo rapporto con la matematica (per cui a sostituisce un numero sconosciuto che la ripetizione va tuttavia precisando) e con l'identificazione: il secon­ do tipo di identificazione su cui Freud si sofferma in Psicologia delle masse e analisi dell'io, identificazione a 15

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