Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981
set - l'esercizio della scrittura come dovere e tensione inesorabile (Kafka) I folli, gli idioti, i non-nati (Kafka, Rilke) La malattia (Dostoievskij-Nietzsche) - malattia/me tafora (Proust) L'insensatezza del mondo (Baudelaire-Montale) La moda, il consumo, il «prestissimo» della vita me- tropolitana La melanconia delle stelle (Baudelaire, Blanqui) La betise (Bloy, Esegesi dei luoghi comuni, Kraus) La ragione, fra sconfitta e dominio (Andersdenken) Il corpo («scrivo come fumo e come dormo. È una funzione quasi animale, tanto è personale e intima») - la grande ragione del corpo Le rovine, il passato (l'angelo della storia di Benja min) (Non mi è mai capitato di leggere nulla di signifi cativo su Flaubert - forse l'J diota di famiglia di Sartre? - escluso, forse, Proust. Disattenzione mia oppure non si è mai puntata l'attenzione critica sul pensiero di Flaubert? Lo stile è il sudore del pensiero. Mi pare che quasi sempre si sia analizzato chimicamente questo su dore, senza intravvedere il corpo che lo espelle. Staro binski, in parte) Questo elenco (forse anch'esso flaubertiano: dissen nato) non significa un rapporto via via filologicamente fondato fra Fl. e tutti gli autori citati. Ma che l'opera di Flaubert è uno spazio in cui si trovano quasi tutti i nodi che caratterizzano il moderno: le «immagini di pensiero», le «fi gu re» del moderno. Luoghi comuni della critica. Questo è degno del Di zionario dei luoghi comuni dello stesso Fl.: « Flaubert è il padre del realismo»: «È · in odio al realismo che ho scritto questo romanzo» [Madame Bovary], II, 643. Degni dello stesso dizionario: i saggi psicoanalitici fon dati su: Madame Bovary c'est mai. 117
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