Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

questa porta di trasmissione fra l'anima e il corpo per cui forse ho voluto far passare troppe cose» (I, 489) - ancora una volta la malattia come sintomo di un rap­ porto conflittuale fra anima e corpo. « La mia mostruosa personalità» (I, 493); « ho volteggiato nel vuoto, sperduto di embetement » (II, 3); « nervosità acri e languori mor­ tali» (II, 33); « derivo da mio padre una pietà religiosa per gli ubriaconi. Come loro ho la tenacia della tenta­ zione e le disillusioni del risveglio» (II, 159); « sono un uomo d'eccesso» (II, 162); « dov'è il limite tra ispi­ razione e follia, fra stupidità e estasi?» (II, 165). « Ar­ riva un momento in cui si ha bisogno di farsi soffrire, di odiare la propria carne, di gettarle fango in viso, tanto vi sembra squallida. Senza l'amore per la forma forse sarei diventato un grande mistico. Aggiungi a que­ sto i miei attacchi di nervi, che non sono che i declivi involontari di idee e di immagini. L'elemento psichico allora mi sovrasta e la coscienza sparisce con il senti­ mento della vita. Sono sicuro di sapere cos'è morire [Dostoievskij, L'idiota, Diari]. Ho sentito con chiarezza che l'anima mi sfuggiva, come si sente il sangue che attraversa l'apertura di una ferita (...). Oh come ci si sente talvolta prossimi alla follia, io soprattutto. Tu co­ nosci la mia influenza sui folli e come essi mi , amano. [Dost. Principe Myskin]. Ti assicuro che ora ne ho paura» (219); « La mia malattia di nervi mi ha fatto bene; ha riportato tutto ciò all'elemento fisico e mi ha lasciato la testa più fredda [Nietzsche, Prefazione 1886 a Gaia scienza; valore conoscitivo della malattia, Mann, Considerazioni di un impolitico] e in più mi ha fatto conoscere curiosi fenomeni psicologici di cui nessuno ha idea...» (II, 290). « Cos'ho dunque? Sento in me grandi turbamenti, ma li comprimo. Traspira qualcosa da tutto ciò che non si dice. Sono io stesso un po' folle? (...). Perché tutti i cretini, i folli, mi seguono sui talloni come cani? » 114