Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981
mettere il naso sotto le coperte per sentire l'odore di un peto» (II, 595). « Che strana epoca! Il grottesco si è fuso al tremendo» (II, 430), maschere « che coprono lo stesso nulla» (II, 485) in una percezione che « tutto si dissolve» (II, 508). Odio e attrazione per la betise; odio e attrazione per il corpo; odio e attrazione per tutto ciò che è ignobile; forse solo così è possibile cogliere « il rovescio delle cose»: attraversando, in una terribile tensione, « questa strana epoca», lo spazio del moderno: la confusione di grottesco e tremendo che costituisce il tragico mo derno. È una tensione analoga che inaugura, con Bau delaire, l'età del moderno; è una tensione analoga che ritroviamo in Nietzsche e in Dostoievskij, Musil, Kafka (le dita palmate di Lena, il corpo del padre, l'insetto della Metamorfosi). Scalfi.re il muro opaco della stupi dità, dell'insensatezza, arrivando fino al fondo ( « ci sono momenti in cui ho quasi voglia di vomitare fisicamente, tanto basso è il fondo»). Al di là di esso, forse, un'altra realtà, il mondo intermedio degli « esseri sconosciuti, nascituri, stranieri» a cui pensare con tenerezza, in quanto possono commuoversi delle stesse cose che ci commuovono (II, 541). 6. « Tutto ciò che c e m S. Teresa, in Hoffmann, in Poe, l'ho sentito, l'ho visto, le allucinazioni mi sono del tutto comprensibili» (II, 697) 6 • Flaubert, « gran dottore in melanconia» (II, 821) ha un rapporto con la malattia e la follia che sfiora il terrore mistico. Forse solo Nietzsche e Dostoievskij sono giunti ad una simile, feroce e spitata, autoosservazione. « Divengo un po' folle » (I, 269); gli idioti, gli animali, un'aria di famiglia (I, 408) - qui si inaugura addirittura una tradizione, che arriva fino agli « aiutanti » nel Ca stello di Kafka. « Vivrò come sempre . sofferente di nervi, 113
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