Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

male, è delizioso scrivere», Il, 483; « mi ritraggo come da un coito lungo e penoso» (II, 616); « un desiderio lubrico senza erezione» (II, 747). La scrittura come campo di battaglia. La solitudine, la disperazione, la felicità: « Vivo in modo selvatico e stravagante, che mi piace molto, senza un evento e senza un suono. È il nulla obbiettivo e completo. E vi lavoro abbastanza bene, per me almeno» (II, 845). 5. Starobinski ha messo in luce in modo stupendo l'incidenza del corpo in Madame Bovary: L'echelle des températures. Lecture du corps dans Madame Bovary (art. cit.). La scrittura stessa è un intreccio fra forma e corpo: la sua struttura, di similitudini e di metafore, non fa che mescolare continuamente per raggiungere l'idea, materia e idea. L'oggetto della scrittura è in primo luogo l'ignobile, ciò che deve avere forma 5 , ma che an­ cora si presenta come materialità sconvolgente, che at­ trae irresistibilmente con il fascino della perversione: « amo le cose che mi fanno paura» (II, 1Q4; Musil nei Diari: « descrivere con calore quel che si presume in­ sano o abnorme», 890; in Musil questo è teorizzato come un transito verso l' andersdenken. È possibile an­ che per Flaubert questa ipotesi?). Ma « certe laidezze hanno densità morale» (II, 377); « la lussuria e la follia sono due cose che ho molto sondato» (II, 377); attra­ zione per « il vizio, la metamorfosi, la morte» (II, 497); « impersonalità o eccesso, strano, disordinato, intenso >> (II, . 555). Flaubert dichiara di provare contro la betise della sua epoca « flussi di odio che mi soffocano» (II, 600). Eppure: « mercoledì scorso, ritornando qui con il battello della Bouille, ho goduto della conversazione di due cacciatori (...) che facevano ironie sui russi (...). Ne ero ammaliato. E ritornavo continuamente vicino a loro, in virtù di quell'.istinto depravato che ci fa talvolta 112

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