Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

d'essere in compagnia di un altro. In ogni caso sarebbe teologicamente falso e razionalmente · pericoloso affer­ mare che riconoscesse in me l'Uomo. Quindi questa grave differenza, creava probabilmente tutte le altre. Seguendo questa liriea mi parve complicatissimo e intriso d'inca­ gnite il destino dello Scimmione divenuto Uomo. Il rac­ cordo finale deve essere stata una prodezza miracolosa. Quasi incredibile. Inversamente pensai che fosse stata cosa semplicissima - vedi naturale - che l'uomo ad un certo punto diventasse scimmia. Dopo . tutto èJ sem- - pre più facile scendere che salire. Che poi a · forza di scendere, si salga è ipotesi che scavalca le mie facoltà. Per dar credito a queste mie riflessioni iniziai a imi­ tarla nel passo..., nella . falcata, o come diavolo volete chiamare quel suo incedere... Respirava serena sul bordo della bacinella... S'ì, ne avrei imitate le gesta... Soltanto su terra ferma, però. Giacché tutti quei gialli e film sugli uomini-rana mi ini­ bivano ad un tal punto da farmi evitare il lato, anfibio dell'argomento. Non per protervia, davvero. Soprattutto per incapacità tecnica e per ovvie difficoltà pratiche: abito in campagna e vi sono solamente due o tre · stagni, bassi, uh1idi, pieni di rospi... D'altro canto non sarei . mai guizzato come quegli eroi che sovente avevo ap­ prezzato sugli schermi a sfondo politico di cui la moda, oggi, s'è perduta. Saltò dalla bacinella alla tavola. E lì si fermò per un tempo indeterminabile: .. Rimase immobile e quieta. Quindi, un secondo balzo. Senza ragione apparente. E l'immobilità che ne ,seguì chiuse in quel modo la pa­ rentesi. Di nuovo attese ed è impossibile sapere cosa. Forse soltanto la forza per farne un altro. Era quasi notte quando smisi · l'osservazione. Gradualmente l'esperienza si dilatò in modo armo- 108

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