Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

loro stato«ordinario» è il movimento, l'elemento mate­ riale nel quale gli uomini respirano è la civiltà: la quak costruita sull'alienazione di tutti i sensi in un solo senso (il senso dell'avere, dirà il Marx dei Manoscritti), e il lo­ to stato ordinario non è il movimento, ma l'imitazione del.lo stato di . morte, la caduta delle«passioni grandi e for­ ti». Sola smagliatura, in questa notte dei sensi, il riso, il quale appartiene a quella «dimenticanza di se medesi­ mi», a quella«intermissione, per dir così, della vita» che sono tra le poche attenuazioni possibili dello stato infeli­ ce. E una storia del riso Amelio ha in animo di scrivere. L'elogio che Amelio scrive, « scosso dal cantare degli uc­ celli per la campagna», è un testo sulla liberazione dei sensi: e il progetto di una storia del riso è un progetto suggerito dalla meditazione sui sensi dell'uomo, e sulla loro di?tanza dal corpo degli uccelli. Amelio è «filosofo solitario», ma non è un filosofo antico. Le sue citazioni definiscono qualche suo tratto; egli cita Senofonte, Dan­ te, Tasso, Virgilio, Anacreonte. La sua scrittura ha modi e stilemi umanisti, è costruita in una tessitura di mo­ venze che rinviano ai classici, alla loro . trascrizione nella lingua cinquec,entesca, ma, . come accade spesso nelle Ope­ rette, la ' letterarietà ' è · usata per un risultato di stile che fa dell'' antico ' la veste del ' moderno '. La scrittura dell'elogio, non la cornice, è quel che definisce · i tratti di questo «filosofo solitario», �i questo «spensierato»: Amelio é lo schermo che permette a Leopardi di allon­ tanare nel tempo la sua scrittura, di affidarla a cadenze p'assate, di unire l'esercizio straniante con lo sguardo utopico. La finzione di un testo e il ritratto del suo au­ tore disegnato attraverso la lingua del testo _ e non attra­ verso uria caratterizzazione figurativa, sono uno dei modi coi quali si allineano nella biblioteca del conte Monaldo altri libri, fantasmi certo più insidiosi dei libri rin­ chiusi nello scaffale dei Profbiti. E la somma dei libri ine­ sistenti produrrà un libro reale, il libro delle Operette: 76

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