Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981
biblioteca fisica prende forma una biblioteca fantastica, i modi attraverso cui quest'universo del libro, della cita zione, del sapere storico e filosofico si fa rappresenta zione, finzione, pathos. Più che un'indagine è un'allusio ne, uno sguardo sul movimento di scrittura, un'appros simazione al testo. Forse un'interpretazione. Il piacere dell'apocrifo In ogni biblioteca il catalogo degli anonimi e degli apo crifi è la prima soglia per accedere alla biblioteca Jan tastica. L'anonimo dice l'oblio dell'autore, la inapparte nenza del testo ad un nome-proprietà, la caduta di quel tratto - di sapere e possesso, di potere e prolungamento · del corpo, di biografia e mitOgrafia - che unisce l'autore · al testo, che designa ogni testo col nome d'autore, che fa dell'attribuzione un'identità ed un'autorità offerta al l'interpretazione. Se l'anonimo attende d'essere sottratto al sonno dei senza-nome attraverso un'attribuzione, pre figura anche un sapere dove la proprietà del testo sia abolita, un sapere nel quale la parola sia di tutti: un sogno democratico respira (vanamente?) negli scaffali de gli anonimi. Per questa complicità con l'utopia l'anonimo va ad infittire le schede di ogni biblioteca fantastica. Ep pure il suo uso nella scrittura è strumentale: schermo dell'autore, doratura d'una cornice, rinvio di responsa bilità. A meno che l'ironia non lo rianimi, e lo trasformi in una maschera che guarda il gioco della scrittura e lo scompiglia e lo riordina sorridendo: che è quel che ac cadè, ad esempio, nella biblioteca manzoniana. L'apocrifo invece non nasconde né sottrae la proprie tà di testo, ma la dice in modo stravolto e irrisorio, la offende: riporta sotto le ali di autori testi non scritti da loro, sacralizza false attribuzioni, fa della menzogna uno strumento di verità, insidia il sonno dei dogmatici avvol- 73
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