Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

heimlich, che rimanda solo a se stessa, per effetto del ta­ glio che li inserisce nell'interno, ne proclama a gran voce l'assurdità. L'aggiunta dv quel che non c'è Tocca all'Ingegnere, insignito a pieno diritto della ma­ iuscola vista la funzione eponima che ha nel racconto (Il pollice dell'ingegnere), di annunciare o enunciare ciò che non c'è, o almeno che non è più là dove dovrebbe essere: <� E adesso, dottore, se non le spiace, vorrei che desse un'occhiata al mio pollice, o meglio a quello che fu il mio pollice! ». Difatti, la mano presenta solo quattro dita: il pollice manca. Ma cadendo così fuori dal raccon­ to, ne inizia e determina senza possibilità di dubbio il fantastico. Come nella figura retorica dell'ellissi, il mem­ bro caduto si magnifica attraverso la propria assenza. Non è tanto meraviglioso che il pollice sia stato reciso con un colpo di coltellaccio da macellaio, a conclusione dei travagli di una brutta notte - travagli che peraltro, al momento del!'ostensione della mancanza, non sono sta­ ti ancora narrati; meraviglioso è piuttosto che il pollice assente· convochi in un certo luogo, per eff�tto appunto del suo non esserci, tutta una catena di peripezie, per dir­ la più semplicemente: una storia, destinata a riempire il buco. Alla prova della lettura quella storia potrà anche risultare abbastanza ingenua per i nostri gusti attuali, ma ormai l'effetto capitale, lo choc fantastico è . stato pro­ dotto e nulla potrà cancellarlo. A canonizzarlo come « forma di meraviglioso » è sta­ to il luogo del suo apparire (ossia: non-apparire), la sala di consultazioni del dottor Watson che in questo caso non è altro che una dépendance dell'interno per eccellen­ za, il salotto di Baker Street. E' lecito pensare che fuori da quel luogo il pollice tranciato non avreb)Je avuto nes- 64

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