Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

paia il fantastico proprio delf'intérieur. Nel passaggio del­ la Recherche citato, · l'accenno all'abitudine in relazione con )1 fantasma, rimanda allo stesso ordine di rapporti­ valori, se si legga il consueto, il familiare che connota appunto l'interno nei racconti holmesiani, come insieme di oggetti « più o meno simbolici», in mezzo ai quali abi­ tiamo senza · avvederci che sono il nostro ritratto (mi servo qui quasi testualmente di alcune righe del libro II dei Seminari di Lacan, pag. 94). Se qualche cosa avviene · nell'interno, nel senso appun­ to del comparire e dell'articolarsi di un particolare fan­ tastico, ciò è effetto delle potenzialità che l'interno me­ desimo, proprio nella sua domesticità o Heimlichkeit, possiede come camera (è ,il caso di dirlo!) di scambio sim­ bolico. Se i semi d'arancia alla loro prima comparsa non sono · altro che · un oggetto curioso, che il comportamento del personaggio conn�tte subito a un che di terrificante (« Dio mio, Dio mio, i miei peccati ricadono su di me!»), la loro piena funzione fantastica si realizza solo quando, esibiti come reperto sul tavolo di Sherlock Holmes, essi si introducono in quel luogo (intérieur) capace di elabo­ rarne compiutamente il valore ed esserne nello stesso tempo trasformato. In sé, i cinque semi d'arancia sono · segni familiari, per nulla incongrui rispetto allo scenario dell'interno: sono, per esempio, i segni del cibo, del rito quotidiano di nutrizione. Ma il racconto li inserisce deli­ beratamente dal di fuori, come ne avesse troncato qual­ siasi rapporto con la pratica di ogni giorno. Essi vengono inferti, vorrei · dire, ali'opacità autosufficiente dell'inter­ no e qui funzionano da segni del pericolo, articolazione sommaria e brutale di una minaccia o di un mistero. I semi d'arancia, senza cessare di essere in ultima istan­ za oggetti dell'tntérieur, vi calamitano una dose d'inquie­ tudine. La loro connessione con la vicenda - che è una vi­ cenda criminale - risulta logica, almeno fino a un certo punto; ma la loro impenetrabilità simbolica di oggetti 63

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