Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981
Unheimlich, dice Schelling, è tutto ciò che avrebbe do · vuto rimanère s,egreto, nascosto, e che è invece affio rato». Non c'era bisogno di perturbare il Perturbante sem plicemente per constatare che due anelli semantici oppo sti si uniscono in 11!1 punto che sta precisamente a ca vallo -dell'Un. Interessa di più fermarsi sull'osservazione di Schelling a proposito dell'affiorare di ciò che sarebbe dovuto restare segreto, giacché si connette con il fattq che qualche cosa viene prodotto nell' (dall') intérieur. Controluce « La sua stanza era brillantemente illuminata, e al zando gli occhi mi fu possibile vedere la sua figura alta e magra, nitidamente stagliata passare e ripassare due volte dietro ai vetri della finestra. Camminava innanzi e · indietro a passi rapidi, energici, la testa sul petto, le mani intrecciate dietro la schiena... » Gli affezionati al canone · riconoscono subito di che stanza si tratti: quella di Sher lock Holmes, al 221b di Baker Street. Questa epifania notturna ha una doppia giustificazione di prelievo: non solo la stanza, vista dall'esterno, accentua il proprio ca rattere di luogo fasciato, autosufficiente, e per ciò stesso in rapporto dialettiéo con tutto ciò che è altro-da-sé; ma assume anche una qualità che dirò per il momento pro iettiva: -l'interno elabora una produzione di immagina nario di cui il gioco d'ombra cinese sui vetri non è che il primo, evidente epperò meno rilevante sostegno. Que sto sguardo dal di fuori a un luogo privilegiato si ripe terà nel racconto La casa vuota, che segna la ripresa del ciclo dopo la supposta soppressione dell'eroe; iv i · sarà accompagnato da un senso di straniamento e il balletto delle immagini controluce apparirà doppiamente fittizio e preordinato . a un fine poliziesco di trappola per l'assas- 57
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=