Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

all'eroe Kilpatrick com'è nella memoria popolare.« E an­ che questo, forse, era previsto». Una verità (una cosa) come quella che non vede nep· pure l'ideatore, diciamo Nolan, e che sta nel cuore della finzione, non poté e non potrà mai essere formata in quello stile - a parte le « autentiche creazioni » e « l'idea di stile che in esse si manifesta » -: non ha corpo o pro­ nuncia di nessuna sorta in forme e sensi di discorso ba­ rocco. Kilpatrick è perfettamente eroe - per quel che s'immagina che sia un eroe, e declinando il nome pro­ nunciato nel tema - nel momento in cui è giustiziato teatralmente come traditore. Questo, Nolan non lo sa; e non risulta che lo sappia l'investigatore Ryan, perché in quel momento - ho fatto in modo che potessimo ascoltarla - l'immaginazione del tema sa e parla senza intermediari. Misteri 0 come questi, che negano o vanifi­ cano l'artificio mentre viene pr0dotto, non sono contem­ plati dall'ingegno, come il barocco lo concepisce e lo ri­ produce nella trattatistica e nella letteratura dell'argu­ tezza e della metafora, p ' rincipio (retorico) di tutte le forme. Non ci fu finzione teatrale nella teatrale rappresenta­ zione della morte dell'eroe: avvenne proprio quello che il pubblico - tutto un popolo - vide - e che non vide invece l'autore dell'artificio e forse ora non vede il suo scopritore. L'apologo distribuisce accuratamente le sue parti. Colui che produce l'artificio non vede, come non vede c_olui che sa l'artificio e può disporne come vuole. E' la particolare cecità della meraviglia barocca: questa può far presente una verità a cui non darà mai parvenza 'o pronuncia. Anzi, di tale cecità s'illumina l'ingegno, che profana la cosa - la verità di quella fantasia - sop­ piantandola con una sua contraffazione, un corpo artifi­ cioso di parole - non di sostanze verbali, ma di pure denominazioni, legate in generazioni e mutamenti senza sguardo e conoscenza, puramente lessicali. 43

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