Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

menti espressivi di oggetti (dell'artigianato d'ordine su­ periore) e forme d'arte, produce autorizzazioni e, nel testo, precisi procedimenti, per cui si allarga il senso del discorso di Bloch sul barocco, e quello del confronto so­ stenuto per attrezzare di nozioni e misure precise la con­ siderazione del fallimento di uno stile sotto un nuovo pro­ filo e della profanazione della fantasia. lusso I segni e gli avanzi di un fallimento si scorgono ap­ pena oltre. Si tratta del fallimento dell'arte applicata sto-· rica, che si è fatta sostegno di strumenti terreni e fina­ lità terrene, « cioè del lusso opulento, feudale, ecclesia- · stico-statale o statale-ecclesiastico». Quei segni, quelle rovine e forme, paesaggio decifrabile dei tempi, sono là contraddizione · del « lusso per tutti», sono traccia dialet­ tica e resti del « sacrilegio» consumato. Vi risaltano in­ segne barocche: « Che la finalità delle insegne barocche fosse il lusso e non la mistica, fu possibile solo in tempi in cui i troni si confondevano con gli altari e gli uomini di Stato stringevano un'alleanza blasfema con il metafi­ sico, in tempi in cui il re Sole e la teologica maestà del­ l'imperatore romano-germanico davano un rilievo quasi divino all'arte ornamentale, significativa per motivi com­ pletamente diversi» 21 • . Ma i caratteri e i modi del falli­ mento possono estendersi da quegli oggetti, poltrone, in­ segne, all'arte stessa. D'altra parte, se_ è questione di po­ tere, e lo spirito è un ambito, una propaggine, un eser­ cizio del dominio, in primis si vede nelle arti. E qui è questione di potere, di soggezioni e attività nella gerar­ chia feudale, di alleanze ecclesiastico-statali, mondano­ teologiche per la soggezione e i rapporti gerarchici di tutte le attività. Su questa misura storica, segnata nel « sacrilegio» di 38

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