Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981
viene ad identificarni sempre :di più con i concetti che cercava di esorcizzare: sino ad identificarsi col suo kitsch, e a scomparire rnella inevitabile t , autologia. La realtà la precede, la miglior forma di :adeguazione e risposta, è il silenzio. Oppure, penso, una stanca, molto stanca, ripe - _ tizione. Se l'avanguat1dia nasce da movimenti culturali della fine dell'800 a loro volta legati ad altri movimenti che possono benissimo coHegarsi ad un'area di controrina scimento (certo Bruno, il Poliziano lucreziano, il Savo narola imitatore di Sant'Agostino) ciò che invece viene definito « tradizione » è , una sortà di cultura mediana legata ad una specie di control,lo dell'immaginazione. Né immaginazione senza controllo, né oblio della realtà; la realtà non deve avere il sopravvento sino a diventare rea lismo, ma neppure aill'immaginaziorie è concesso larga autonomia. Questa cultura intermedia, dotata di largo valore d'u so, sa sopravvivere nei momenti di crisi. E nelle crisi, non si sa mai perché, si affacciano , sempre le cuhure irrnzio nali.. Mai una ·crisi vissuta con pacatezza e ostentato neo empi,rismo logico. Se l'avanguardia tende a infilare la testa sotto ila sab bia, e come un fiume, a filtrare le sue acque sotto terra, anche _ quella cultura che abbiamo cercato di definire di tradizione, finirà per diventare meno solida, e per osten tare i,l suo volto un po' banale. Vi è dunque uno scambio delJe parti, una sorta di si tuazione che con cortocircuito si potrebbe definire « ef fetto Nietzsche». · . Ma volendo essere più fannulloni, questo scambio del le parti lo · si potrebbe definire « uno scherzò della cul tura». Si vuol dire con questo che una serie di « forze cul turali » occupano quei vuoti di cultura, di cui ,si è di scusso per tanto tempo, a partire dalla celebre indica.zio- 217
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