Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

della neoavanguardia, e dall'altra ancora con una poesia fortemente ideologica. («E' il senso di un disorientamento, di una condizione senza via d'uscita, che può cercare solo un momento dialettico e quindi meno rigido o fossilizzato: un auten­ tico sbocco.») Questo autentico sbocco ,lo si dowebbe immaginare ancora come ricerca. Naturalmente una ricerca che si al­ lontani da queste due forme «tecniche». Ma guadagnare una nuova riva non è facile, e si potrebbe definire que­ sto periodo come «cauta sperimentazione». C'è solo da obiettare, in via del tutto crnnachistica, che ormai anche i poeti si sono fatti furbi; quindi le li­ nee ' teoriche ' cercheranno di tener conto della realtà, ma dovranno prescinderne in più di un punto. I casi di violazione sono molteplici, e non •si può parlare di ecce­ zione contro la regola, ma spesso di pura regressione. (Da buon profeta avevo cercato di analizzare questo fenomeno in « Il movimento attuale della poesia», usci­ to alcuni mesi fa da Dedalo. Il titolo dell'intervento avreb­ be potuto essere « la preda semiologica»; si indovini chi è la preda.) Ma vediamo di seguirre le linee di un rngionamento, procedendo « come se» il mondo delila poesi•a fosse com­ posto da ragionatori. Per un arco di , tempo ciò che era ' tradizione ' regge come una specie di appe1lo alla ragione; o una specie di pessimismo storico per cui si ritorna a certe voci del­ la cultu r ra che hanno sempre predicato di gettare acqua fredda sull'entusiasmo. Naturalmente sia vecchio che nuovo sono concetti relativi a,l periodo in cui vengono elaborrati o desiderati. (Basti pensarre che il nostro moderno o il nostro tradi­ zionale sono diversi da termini analoghi adoperati in ·altri periodi). L'avanguardia, ,per una sorta di mancanza di spazio, 216

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=