Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

contiguità invece questi sarebbero i primi elementi ad essere soppressi a vantaggio di un agrammatismo che tende a ridurire le frasi a mucchi di parole; si conser­ vano frasi lunghe soprattutto se · stereotipate, già fatte. Del Bosco abbiamo notato non solo l'acquietarsi del­ l'interrogazione sulla situazione di enunciazione, ma an­ che l'affermarsi di una forte paratassi, luoghi comuni con l'annessione al testo di storie _ e storielle, cronache, documenti, proverbi, notazioni grafiche di accumulo e di ridondanza. Ma più che di una semplice oscillazione di poli, più che <li un semplice .passaggio da un'afasia all'altra, po· tremmo pal'lare di un diverso strutturarsi sul filo della forbicina d'argento dei due poli già indicati. Il sistema della memoria si sposta dalla Beltà al Ga­ lateo in Bosco. Il segnale, nel componimento XVIII in chiusura della prima raccolta. « il paesaggio è in con­ fessione, in sudore./ Il crimine. Il crimine./ Là mi ero · liberato da ogni sogno è un sogno./ Là facevo marcire l'attenzione: attenti ». Freud parla di un'attenzione a1la percezione come antinomica alla memoria, e altrove osserva che « oggi forse il dimenticare ci è diventato più enigmatico del ricordare». Il Galateo entra in questo enigma del dimen­ ticare. Il paesaggio parla, ossari, cippi, osterie, case, bosco naturalmente, selva incantata . di propria memoria, mentre il crimine compie il taglio della bobina e l'attenzione endoscopica si interrompe. Si brucia insieme anche la tensione antinomica che · accompagnava la prima - afasia di similarità. Già l'avevamo riconosciuta nelle posizioni alterate dei pronomi dentro cui funziona anche il si­ stema della memoria nella Beltà: « Come ho dimenti­ cato e , sprezzato/ come ho leso e svergognato/ come abbiamo, noi tollerato/ che tutto fondesse nel suo, di­ falcato,/ 'che voi e io e tutto fosse un dato/ e non c10 die si dà'». E' la stessa tensione dichiarata nel brano 186

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