Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

endoscopia per entro il <;lentro-tenia dei tempi». Senza endoscopia, senza memoria sia pure larvale; irl testo si apre alla memoria boschiva, a un « diss · apere» « a ta- · glietti a miriadi», a « certe forre circolari colme di piante - e poi buchi senza fondo», che è il titolo di un componimento. La chiave del passaggio sta for�e proprio ancora fra la parola cosa che parla - ding ding - e ciò che resta della traslazione - del voi-vero dell'io-forse. Sulla storia non c'è verso -di risvegliarsi del tutto e il sogno non si porta neanche bene con quel tessuto tutto un buco; fra le due strettoie la chiave che porta al Bosco, che taglia il nastro e demanda ad altri l'ego nepios, è · doppia come quella forbicina d'argento sul versante della mami�madre e si ritaglia fra l'endoscopia e la me­ moria, · fra percezione e registrazione. Agosti in « Zan­ zotto o la conquista del dire» rileva una opposizione irl cui polo negativo è costituito dal nesso afasia-amne­ sia e quello positivo da verbalizzazione�memoria. « L'ori­ ginalità e la forza dell'esperimento consistono allora in questo: nell'aver l'autore deflesso, formalmente, un _ massiccio patrimonio linguistico tradizionale e indivi­ duale entro ,la regressione afasica». Potremmo allora in questo deflettere entro la regres­ sione afasica riçonoscere i due momenti che Jakobson distingue, e pensare a un'afasia per disturbo deHa simi­ larità come perno della Beltà, con una rotazione dell'asse della perturbazione nel Bosco, che rappresenterebbe in­ vee . e il polo . della contiguità. Solo un riscontro: del primo tipo di afasia Jakobson o�serva che sono parti­ colarmente atti a sopravvivere i pronomi, gli avverbi pronominali, e le parole che servono a costruire il con­ testo. E ddla Beltà abbiamo cercato proprio il tmvaglio di disarticolazione del contesto che, anche moltiplicato, ricorre costantemente come un'interrogazione sul per­ manere degli indici della persona. Nel disturbo della 185

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