Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

sconnettendone temporaneamente i circuiti, determina direi un'energia nuova dentro un reticolo che rimane tut­ tavia immutato nella sua superficie teneramente funebre. E' un ep1sodio di ciò che chiamerei neutralizzazione pro­ nominale, per cui la riferibilità precisa - e univoca - di questi elementi viene sospesa, con effetti dinamici im­ prevedibili. Potrei produrre altri esempi, natural�ente. Mi limito a rinviare alla lettura (ideale) della poesia im­ mediatamente sucèessiva, Distanza, una delle più. signi­ ficative, per vedere l'irrompere in quel sogno - che direi settecentesco - di una carica pulsionale libera che si addensa nel còntinuo -sintattico dei cinque versi finali, non a caso in corsivo: Ostia di malinconico giardino risospinta sul gran viso d'aurora, spBegò insana alla prima esca di vento la creatura notturna, quando vòlti ebbe la morte i nostri visi allora... 5. In Bigongiari (s'intende, il Bigongiari della Figlia di Babilonia) gli effetti di sintassi sono doppiati da effetti che attengono alla morfologia, e . dunque con parziale •smentita di ciò che si è detto prima a proposito della prevalenza delle metatassi sui metaplasmL Fenomeni di allitterazione, assonanza, paronomasia, rima foterna, sen­ za contare i ricorrenti casi di geminatio, possono com­ porre un èatalogo assai ampio delle idios,incrasie di Bi­ gongiari. Rinviando a più diligenti setacciatori; accennerò appena alla comparsa nella geminatio, come nella rima interna, di termini vegetali o minerali.. Movimenti quali: « Una veste ti tiene, rosa come / il rosa ch'è1 sparito: iin­ torno al viso / è il tuo viso più grande che non vedi» o « tµ strana / sei più strana» o: « e tu infedele / infe­ dele cammini e non ti tocchi» appaiono vere e proprìe sigle del modo poetico di Bigongiari. 172

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