Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981
compare peraltro nei Notturni bensì nel volume antolo gico delle Poesie (1952). Se ci si riporti ora al valore che Lacan deferisce àlle particelle chiamate espletive dai grammatici, come il · non in una frase del tipo: « je crains qu'il ne vienne » (cfr. Ecrits, Seuil, pagg. 663-64 ma anche pag. 800); se dunque questa particella è il luogo dove affiora per un attimo « le désir constituant de l'ambivalence propre à l'incon scient »; se insomma è in tali minime occorrenze che il legato del discorso si apre ad effetti di parola che rile vano dal processo primario; si potrà con qualche legitti mità __: ivendo d'occhio piuttosto la funzione che lo stru mento - avvicinl:!Ie a questi fenomeni -l'uso testé indi cato della congiunzione /e/, allogando nella stessa ca sella anche le apparizioni del /se/ condizionale, già no tabili in Bigongiari e addirittura così rilevanti in Luzi da costituire una vera sindrome. Ciò che ·si potrebbe chia mare , l'ipotetico luziano non istituisce un rapporto ,di di pendenza fra due proposizioni (protasi e apodosi), non racconta una scansione ·di .t�mpo logico fra due momen ti linguistici, ma rompe con « qualcosa d'altro » il circui to di senso costituito: Se un giorno tacerà la bionda voce che inesistenti soli educa e lune frante, chi mai risveglierà le brune torpidità del mio cuore? (Bacca) E' un esempio preso a caso ma valido quanto un altro. Lo scarto del /se/, investendò di là dalla protasi l'intero aréo frastico, ha per effetto non di sospendere il discor so a un'eventualità, ma di proiettarlo fuori, come impos�ibilità-realtà completamente adempiµta nell'atto stessa dell'enunciarsi. La marca del dubbio diventa una marca 165
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