Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981
tura è sempre intenta a ridefinir� a ripattuire col let tore; come la soluzione figurativa in cui sfocia un lungo lavoro di trasformazione: i poeti descrivono << le condi zioni amorose», non possono « rappresenta , re inalterato il materiale offerto dalla realtà» 15 • Nel segno femminile trova corpo la posizione dell'altro da sé, dell'ostacolo esterno che, contraddicendo l'io, ne mette in moto il pro cesso di costruzione. Una conferma di questo ragiona mento si trova nei romanzi « a eroina», nei qu�li tutto il peso figurativo è caricato sul personaggio femminile, secondo una modalità di rappresentazione presente esclu sivamente nel romanzo moderno. In queste opere, e non sono poche, il femminile deve essere giocato su due · livelli: la protagonista, che rappresenta il grado di consa pevolezza più avanzato nell'universo del romanzo, deve trovare, nel proprio figurato « ·esser donna», anche il punto di resistenza con cui scontrar, si. Non c'è da stu pirsi che Madame Bovary o Anna Karenina finiscano tragicamente: la morte è l'esito formale di questa estre ma ,lacerazione del personaggio. E se· in un caso come lane Eyre questo tour de force narrativo si risolve feli cemente, lo si deve all'astuzia di Charlotte Bronte che ha affidato il compito di raccontare alla prima persona della protagonista: iscrivendo nella forma stessa della narrazione una limitazione di visuale che preserva l'eroi na da maggiori rischi; così invece il solo a rimetterci è l'« amato» Rochester. Ma fuor della finzione autobiogra fica sembra non esserci scampo: anche le eroine di Vir ginia Woolf si sottraggono con difficoltà all'estrema ne cessità del morire. 5. Lady Chatterley « ' Dimentica allora! ' sussurrò lei. ' Dimentica! ' La tenne stretta nel calore vivo del fuoco. La fiamma stessa era come un oblio» 16• 146
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