Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

. notes magico Il suon.o in carne è ossa. La matière phonique au langage tombe en poussière. Quando arriva a prospettare questa ca­ tastrofe linguistica, Roman Jakobson ha percor:so per in­ tero il suo itinerario metodico nei territori della · fonetica dell'articolazione e della fonetica acustica. Ha già dislocato oltre la soglia della prima ricerca la ragione (finale) che con­ sente di interpretare e organizzare la « sconcertante molti - · tudine di dettagli», prodotta con strumenti « sempre più numerosi e sof i sticati» (come la radiografia applicata al film sonoro, che « mette a nudo» tutta la produzione del suono); ha rappresentato l'insuccesso della fonetica che si applica esclusivamente all'atto di fonazione come accumulo dei dati in un dominio artificioso, siste�aticamente intrapreso da una scuola longeva e continuamente compromesso dai risul­ tati « brillanti e abbondanti» che dovrebbero consolidarlo; e ha sostenu · to che il principio organizzatore della materia e della stessa ricerca si trova fuori di questo dominio e va cercato nel « fenomeno acustico», car on parle pour P-tre entendu. Ora si trova di nuovo di fronte al problema (« qui nous tourmente») delle unita nella varietà. La sperimenta­ zione acustica è arrivata a produrre « con una precisione impressionante» l'immagine micrografica di ogni suono, a « disegnare la parola» e a farla risuonare « senza che proven­ ga da un essere umano»; ma ora è anch'essa minacciata dal caos, e se vuole assicurare a finalità di sistema e di classi­ ficazione il proprio lavoro e l'inesauribile materia, se vuole far uso dei dati che ha prodotto, deve uscire daJ proprio ambito a cercare la funzione e il fine, che consentono di far valere il principio di unità, di definire i « caratteri pertinen- 219

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