Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
I tropi della retorica classica, figure della elocutio (la metafora, la metonimia), legano così strettamente in La can l'istanza della lettera alla questione dell'essere e del la sua mancanza da lasciare il soggetto senza ricorso a una strategia che pari i ritorni della « figura oscena e feroce del padre primordiale». Figure dell'inventio, · il parallelismo grammaticale, il chiasmo, liberano uno spa zio della parola in cui una strategia può esercitarsi come « gioco non verbale con le strutture verbali», come si esprime F6nagy. Di questo gioco è esempio, nella seconda analisi di Antonio, la reduplicazione e il prolungamento della pa rola guerra nell'aggettivo, · privo di qualsiasi necessità di senso, guerreggiata: guerra guerreggiata. In questa ri dondanza verbale, gli elementi che caratterizzano il tem po logico, la rivalità, la guerra, la liberazione, la gioia, trovano nella clinica lo spazio in cui può prodursi lo scol lamento capace di staccare Antonio dal!!immagine mo struosa nello specchio. Il sogno, nel suo movimento re gressivo, sospendendo l'azione, agisce così da freno sulla reazione motoria comandata dal sofisma del tempo logi co. Sogni e tempo logico stanno infatti in una relazione di opposizione dinamica. Mentre il tempo logico protende l'apparato psichico verso la sua · estremità motoria, il so gno si serve del suo polo allucip.atorio, della capacità di attrazione della scena infantile e - dei rriodi espressivi allo ra disponibili, i residui verbali, per agganciare e ancorare il pensiero escluso dalla coscienza. Per quanto possa continuare per anni un'analisi con dotta sul filo del tempo logico ha la « durata» di un i stante: il paziente vi si trattiene impazientemente sempre chiedendosi: quando finirà? e riservandosi, pur nell'osse quio formale alla regola di dire tutto, la parola che svela la natura mortifera del vel alienante. Analizzante-delinquente. Chiamato ad ogni istante più a pronunciarsi che a dire, l'analizzante si fa il corpo mar- 210
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