Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

Le porte come simboli di confine dell'Io « Judit: Perché le porte son , chiuse? Barbablù: Voglio che nessuno vi guardi dietro. Judit: Aprile, aprile / aprile per me! Che tutte le porte siano aperte! Lascia che il vento vi soffi dentro! Lascia entrare la luce del sole! Lascia che tutte le porte siano aperte! ». (Béla Balàzs: Il castello di Barbablù) Noi viviamo nel tempo e nello spazio. Tuttavia, nella teoria psicoanalitica si avverte che gli aspetti spaziali delle funzioni psichiche non hanno il medesimo rilievo degli aspetti temporali, sebbene talune idee relative alla dimensione spaziale compaiano già nei primi lavori psì­ coanalitici. Ne ricordiamo alcuni, in ordine più o meno cronologico : a) lmre Hermann prende in esame gli aspetti spa­ ziali dei fenomeni psichici in molti dei suoi scritti. Egli ritiene che istinti ed affetti siano legati - anche in ter­ mini neurologici - a differenti qualità spaziali (geome­ triche e topologiche). Queste · relazioni arcaiche possono essere rilevate nei tratti caratteristici dei fenomeni psi­ chici. Egli mette in rilievo che « tutti i casi in psichiatria o in psicopatologia devono essere esaminati dal punto di vista delle loro relazioni con spazi topologici». b) Ferenczi, nello scritto Fasi evolutive del senso di realtà, descrive il rapporto organico che si sviluppa tra il soggetto ed il mondo esterno : « ..• La mente del bambino (e la tendenza dell'inconscio dell'adulto che si origina da essa) è in primo luogo occupata con le soddi­ sfazioni corporee che si ottengono dal succhiare, dal man­ giare, dal toccare le zone erogene, dalle funzioni escreto­ rie. Deve quindi sorprendere se egli si volgerà, anche nel 156

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