Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

zie, più profonda e di carattere somatico - non si svi­ luppi in loro se non raramente. Ho potuto osservare una balbuziente di quattro anni che giocava, nel corso del gioco del ruolo, a fare la don­ na di casa, in modo sempre più aggressivo; rimproverava le bambole, e le spingeva con la scopa fuori dalla camera; la bimbetta si mangiava anche le unghie. Nel momento in cui si attenuava la sua balbuzie il sintomo dell'op.icofagia segnava una passeggera intensificazione. Nell'anamnesi dei miei malati vi sono quattro casi di intensa onicofagia senza eccezione per le bambin�. Secondo Hermann l'onicofagia drammatizza la sepa­ razione dalle persone amate. Il bambino che si :i;nangia le unghie assume alternativamente il ruolo della madre e quello del bambino. Mi sembra che le bambine evitino più facilment� la balbuzie. Per esempio al prezzo di mangiarsi le unghie. Mi sembra inoltre che la questione della differenza di proporzione tra maschi e femmine tra i balbuzienti si ri­ colleghi al problema aggrappamento-identificazione. 6. Qualche osservazione complementare La dinamica dei 70 casi di balbuzie che ho trattato si manifestava man mano durante il procedere dell'analisi. Le esperienze traumatiche, le aggressioni rimosse come 'pure gli spaventi istintuali che esse implicano e i distur­ bi dello sviluppo della libido · sono venuti alla superficie nel corso di numerose ripetizioni. Il problema dell'ag­ grappamento venne in parte risolto spontaneamente gra­ zie all'esperienza ripetuta dell'atmosfera rassicurante dèl..:. la terapia, e in parte con l'aiuto dell'interpretazione del transfert negativo. La riuscita della terapia non sarebbe avvenuta senza la cooperazione attiva della madre. La risoluzione delle 117

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