Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

Ma questo vi mostra quanto lontana sia la proposizione 'Ho male ai denti' da una descrizione, e quanto lontano sia l'insegnamento della parola 'mal di denti' dall'in­ segnamento della parola 'dente'. Sin dall'inizio si potrebbe insegnare al bambino l'e­ spressione ' io credo che egli ha male ai denti ' invece di ' egli ha mal di denti', con un tono di voce corrispon­ dentemente incerto. Si potrebbe descrivere un tale mo­ do espressivo dicendo che noi possiamo soltanto cre­ dere che l' altro · ha male ai denti. Ma, questo, perché non nel caso stesso del bambino? Perché in questo caso il tono della voce è determinato semplicemente per natura. . In ' Ho male ai den r ti ' l'espressione di dolore com­ pare nella stessa forma di una descrizione quale ' Ho 5 scellini'. Insegnamo al bambino a dire ' Stavo mentendo ' quando si è comportato in una certa maniera. (Imma­ ginati ora un caso tipico di menzogna.) Anche questa espressione si accompagna a una situazione particolare, a delle espressioni del volto, a dei toni di rimprovero, etc. �< Ma il bambino non sa, già prima che gl'insegno la parola, · che sta mentendo?» Vuole questa domanda es­ sere una domanda metafisica o su dei fatti? Il bambino non lo sa in parole. E perèhé mai dovrebbe saperlo? « Ma tu ipotizzi che egli ha soltanto l'espressione del volto atteggiata a vergogna, per es. senza il sent1mento di vergogna? Non devi descrivere la situazione interna altrettanto quanto l'esterna?» - Ma cosa diresti se io sostenessi che con l'espressione di vergogna del volto intendevo dire ciò che tu intendi con ' l'espressione del volto.+ il sentimento', a meno che non distinguo espii- 97

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