Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

per es., « questo libro è rosso», senti di essere giustifi­ cato nell'uso della parola. Poiché potresti chiedere: non c'è un'ow.ria differenza rtra 1H caso in cui uso una parola nel suo significato notorio - come ,quando dico a qual­ cuno « il cielo è azzurro oggi» - e il caso in cui pro­ nunzio una qualsiasi parola arbitraria in una tale oir­ costanza, per es. · « il cielo è muu». In tal caso, 1 dirai tu, o io so che sto appena dando un significato a:Ha parola 'muu ', oppure avrò l'impressione che non ci sia nes­ suna gius1Jificazione, quale che sia, per l'uso della pa­ rola. La parol� è solo una parola qualsiasi, non la giusta. SonO' del tutto d'accordo che ci sia una differenza tra i casi di 'usare il nome del colore ', 'dare un nuovo nome al colore ', e ' usare una paTola , arbitraria al po,sto del nome del colore '. Ma ciò non vuol dire che sia corretto dire che io provo nel primo caso un sentimento di giustezza che nel terzo è assente. « Ma ' rosso ' ci ,sembra, in qualohe modo, adeguato per questo colore». Certo, in alcune occasioni siamo disposti a dire questa frase, ma sarebbe errato sostenere che, perciò, avevamo un sentimento di adeguatezza quando, in modo abituale, abbiamo detto che qualcosa era rosso; (< Ma vuoi forse dire che una singola persona non potrebbe giocare una partita a scacchi con se stessa e senza che nessun altro lo sappia?» - Che cosa pensi ch,e dovrebbe fare per giocare una partita di scacchi privata? Basterebbe una cosa qualsiasi? Suppongo che voi direste che egli, per es., s'imma­ gina una scacchiera con le •sue pedine, certe mosse, etc. E se vi si chiedesse che significa immaginarsi una scac­ chiera, lo · spieghereste indicando una scacchiera rea · le o, mettiamo, una sua immagine; e analogamente se vi si chiedesse cosa significa immaginarsi il re degli scac­ chi, un pedone, una mossa del re, etc. Oppure avreste dovuto dire: egli deve passare attraverso certe...? Ma 83

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