Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980

privati? E che una ,persona può vedere l'immagine che è davanti agli occhi di un'altra?» Certo non penseresti che dire a qualcuno cosa uno vede possa essere un modo di comunicazione più diretto dell'indicazione di un campione! Se dico cos'è ohe vedo, come paragono ciò che dico con ciò che vedo per sapere se dico la verità? Mentire su ciò che vedo, potreste dire che èJ saper:e ciò che vedo e dire qualcosa di diverso. La supposi­ zione che io mi esprima così consiste proprio nel dire a me stesso « ,questo è rosso» e ad alta voce « questo · è verde» [dr. infra, pp. 86-87]. Nel caso che dirte che colore vedete, paragona�e men­ tire e dire la verità col caso della descrizione di un'im­ magine che avete visto, o col caso di dire il numero giusto di cos,e che avete dovuto contare. Confrontando ciò che si dice e ciò che si vede. C'è sempre un confronto? ( Oppure si chiamerebbe ciò dare un'immagine del co- lore che io vedo se dico la parola rosso? A meno che non sia un'immagine a causa delle sue connessioni con un campione. Ma non è dare un'immagine quando indico un cam­ pione? « Ciò che mostro rivela ciò che vedo» - in che senso lo fa? L'idea è che ora, per così dire, tu puoi guardarmi dentro. Mentre invece io ti rivelo ciò che vedo soltanto in un gioco di rivelare e nascondere che è interamente giocato con segni di una sola categoria. ' Diretto-indi­ retto '. 67

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