Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
la Jetterarietà quando 1a pone come misura del poema eroico. Ora può darsi che in questa inv,eterata funzione vi sia qualche perturbamento, per cui dire che « la s c ienza, a ben vedere, non ha memoria » 4 è un riferimento molto preciso. In ogni caso è tanto inutile definire l'atteggia mento comportato da quello stile particolare di let tura come denotazione - sia pure ,sottolineandone la spietatezza - quanto '1o sarebbe :i,l ricorso a una valu tazione di ciò di cui quei volumi ,sono ,oapaci. Di ciò pdtrebbe inteJ1essar,si una storia del romanzo impe gnata nella dialettica ,di memoria di ciò che appare e memoria di ciò che svanisce 5 - a prezzo di impegnarsi ugualmente a descrivere l'illusione di una memoria degli effetti. Tuttavia, se sul bordo tutto se tient senza fessure, sarà per la relazione i�trattenuta oon quelle pagine, poiché il foro « averci a che far,e » sperimentato produce l'ideologia che le lega quando questa equivalga per questo scivolamento a « eliminare il rischio di ste rilità del prÒdotto » 6 ; cioè uguàlmente tutt9 se tient anche dentro, e 1'effetto ideologico che lega le pagine, visto di fianco;- tutto insieme a un tempo, è appunto la rilegatura. Ma siocome fra l'ideologiia e il libro c'è una differenza non trascurabile - come possiamo de durre dall'analisi leniniana dell'opera di Tolstoi - non si tratta semplicemente di chiedersi ,se sfa questione di distinguere dei punti di vista. No, più semplicemente. C'è forse da stupirsi che ci si possa chiedere come sia stato possibile compilare, ad esempio, e senza partico lari indici di riferimento non impliciti alla serie crono logica, i quarnntacinque volumi delle Opere complete di Lenin, quando perfino un ,libro, Materialismo ed Empi riocriticismo, XIV, può porre seriamente in imbarazzo, con la sua organizzazione Idi temi, pure come lo fu colui il quale giocando il gioco del ( +) e del (-) di Dupin èbbe a riferirni a un verso di MaUarmé? 7 Si potrebbe 191
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