Il piccolo Hans - VII - n. 27 - luglio-settembre 1980
do ci dissero che avremmo conosciuto tra breve la nuo va zia, io avevo d!'ca sette anni e mia sorella Anna . no ve e mezzo... La nostra visita •risultò tanto più ecci tante per i -racconti del suo soggiornò . .in Spagna, e le sue vivaci e particolareggiate descrizioni delle corride. Poco dopo · .questa vi,sita, mia sorella ed io fummo con dotti al •teatro comunale ,dove si dava Il Barbiere di Si viglia. La zia cantava la parte di Rosina...». Vedr,erno in seguito come questo brano nasconda a nostro avviso qualcosa che nel corso dell'analisi con Freud, o di quanto di essa ci rimane, è affiorato solo attraver.so un particolare, quello che per ora abbiamo anche noi tralasciato, ,per soffermarci invece sul « se condo punto», l'importanza dell'element9 tede,sco. Ciò che invece _ emerge nell'analisi con Freud, anche se non nella sua stesura del caso, ma nelle Memorie del pa ziente, è il collegamento ,di questo significante Spagna con il romanzo familiare dell'« uomo dei lupi»: « Poi ché (la zia) si chiamava Alessandra, come mia madre, secondo il rprofessor Freud io avevo identificato mia madre con mia zia, e alla zia associavo anche l'imma gine della Spagna, rper i molti -racconti che ella ci ave va fatti, specie delle corride. Sebbene fosse in realtà polacca, io vedevo in lei una spagnola, anche perché sul palcoscenico impersonava una donna spagnola, Ro sina. Così, ,dietro il mio ispanismo, si celava il com plesso edipico, il desiderio inconscio di possedere mia madre. Vorrei aggiunge!'e che il professor Freud giudi cava in modo del tutto positivo la mia lotta per la con quista di Teresa. La chiamava « forzare la •strada verso la dorma», e una volta ,disse persino che era stata la mia « maggior conquista». Non so che cosa si possa intendere qui per « posi tivo», certamente queste due frasi di Freud che l'« uo mo dei lupi» a distanza di anni cita o pensa di citare, 157
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