Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
Nel suo saggio su Il poeta e la fantasia (1907) Freud inizia la trattazione proprio a partire dal gioco infantile: «Forse si può dire che ogni bambino impegnato nel gioco si comporta come un poeta: in quanto sì costrui sce un suo proprio mondo, o, meglio, dà a suo piacere un nuovo assetto alle cosé del mondo», leggiamo. Freud prosegue af,fermando che nell'adulto, è il fantasticare che sostituisce il giocare; Ci si può interrogare - ma questa non è l'occasione - come mai egli sembra trascu rare la funzione del gioco negli adulti, che - dalla dan za, agli scacchi, allo sport (il cui etimo ci riporta al guittoniano «deporto», divertimento, diversione dalla realtà e dal . suo · «principio») sembra essere un feno meno universale. Ma veniamo all'ultima pagina del sag gio, ove Freud si chiede il perché del «vivissimo pia cere» che traiamo dalla lettura della poesia. Questo piacere - osserva Fretid - «proviene dalla confluenza di molte fonti». Una di esse, sottolinea, deriva dal fatto che il poeta «ci seduce con un progetto di piacere pu ramente formale, e cioè estetico, che egli ci offre nella presentazione delle sue fantasie». E qui aggiunge: «Il piacere così ottenuto, che ci viene offerto per rendere con esso possibile sprigionare, da fonti psichiche più profonde, un piacere maggiore, può essere detto premio di allettamento o piacere preliminare. Io sono convinto che ogni piacere estetico procuratoci dal poeta ha il ca rattere di un tale piacere preliminare, e che il vero go dimento dell'opera poetica provenga dalla liberazione di tensioni nella nostra psiche ». Del «piacere preliminare» Freud si era occupato due anni ptima - e pressoché contemporaneamente - ne Il motto di spirito e in Tre saggi sulla teoria sessuale, pubblicati nel maggio 1905. Leggiamo nel Motto di spi rito · (V, p. 161): ·«Una possibilità di sviluppare piacere sopravviene in uno stato di cose in cui un'altra possi bilità di _ piacere è ostacolata al punto che di per sé 85
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