Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
permanente nell'assetto dei suoi elementi. Memoria e percezione si escludono a vicenda. La percezione sorge al posto di una traccia mnestica. Come uscirne dunque? Come uscire da questo che per adesso ci appare ancora come il dilemma classico del pensatore posto di fronte alle due vie del sapere empirico o della conoscenza innata? · Freud non si cura di cercare una soluzione filosofi camente accettabile. Suppone semplicemente che l'appa rato psichico sia esteso e che vi siano più sistemi, di modo che quello deputato ad accogliere gli stimoli sia diverso da -quello destinato a conservarli. Potremmo dire che la risposta di Freud ai grandi problemi della filosofia classica va in una direzione re gressiva, nella direzione stessa cioè che prende il pen siero inconscio nei sogni. Se infatti con Kant abbiamo la totale risoluzione della cosmologia nell'epistemologia - la cosmologia è antinomica e paralizzante, imprati cabile, in una parola, perciò non ci resta che dar fidu cia al potere suturante del pensiero, capace di restituirci una natura ordinata; con Freud invece si compie il cam mino inverso: l'epistemologia classica con la sua ten denza a suturare tutti i buchi dell'universo èJ avvicinata alla bravura del prestigiatore che si prende gioco di noi. L'apparato psichico, esteso, antinomico, diventa il luogo di una nuova . cosmologia: là sua trattazione è la cosmologia razionale di Freud. In una annotazione del 22 agosto 1938 egli scrive: « Lo spazio può essere la proiezione dell'estensione del!'apparato psichico. Nessun'altra derivazione è verosi mile. Invece delle condizioni a priori kantiane nel no stro apparato psichico. 1 La psiche è estesa, di ciò non sa nulla» 21 • . E in un altro , appunto dello stesso giorno: « Mistica: l'oscura autopercezione del mondo che è al di fuori dell'Io, dell'Es. » 22 • 45
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