Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980

comincia il dominio del principio di realtà» 17, dove per principio di realtà si intendono le more di un differi­ mento che, mentre salva il pensiero conoscitivo dal- 1'esaurirsi nella vuota luminescenza dell'idea, gli impe­ disce anche di mantenersi all'altezza della complessità del campo esplorato. Il difetto, in un certo senso, della seconda topica, è proprio quello di presentare delle istanze psichiche isolabili, nonostante le « correzioni» che nel testo freu­ diano le ingarbugliano facendo emergere l'Io e il Super­ Io dall'Es e insieme rituffandoveli. « L'apparato psichico ·è esteso, di ciò non sa nulla» 18, annoterà Freud ancora nel 1938, anno di quel Compen­ dio di psicoanalisi; che è tutto incentrato sull'apparato psichico. E nell'Interpretazione dei sogni sottolinea che il Nuovo (das , Neue) dell'esperienza psicoanalitica -ri­ siede nel fatto che « l'inconscio, cioè lo psichico, è fun­ zione di due sistemi separati» 19 • In questo senso, in questo modo di spiazzamento, l'Inconscio non è più nep- . pure un luogo speciale, un'altra scena tutta per sé, ma coincide con -lo psichico e viene avanti ( vorkommt) nella vita psichica normale. La considerazione della complessità ci suggerisce una definizione dell'inconscio che tiene conto della sottigliez­ za del procedimento freudiano: l'Inconscio è il non es­ sere del pensiero all'altezza della grande complessità del­ l'apparato psichico. Der anderer Schauplatz, l'Altra scena, cessa così di coincidere con l'Inconscio, secondo un modo di pen­ sare che lo connetteva alle forme e vicissitudini . del Doppio, e ritorna a essere quell' « idea di una località psichica» 20 che a Freud era piaciuta in Fechner e che ancora addita, nel Compendio del 1938, come la vera no­ vità scientifica della psicoanalisi. In che modo la localizzazione può essere tanto im­ portante? Non certo per il fatto di rinviare a una base 43

RkJQdWJsaXNoZXIy