Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
mento composito, alle cui componenti daremo il nome di istanze o, per amor d'evidenza, di sistemi» 3 : pro cede da questo enunciato alla ripresa nel Compendio: « Noi supponiamo che la vita psichica (Seelenleben) sia la funzione di un apparato al quale ascriviamo esten sione spaziale e struttura composita e che ci figuriamo dunque simile a un cannocchiale, a un microscopio e ad altri strumenti del genere. L'elaborazione coerente di un'idea come questa rappresenta, a prescindere da cer te approssimazioni già tentate in passato, una novità scientifica» 4. Tra la rozza rappresentazione analogica e la verità della cosa lo scarto, passando per l'accensione poetica della nominazione (« A che cosa serve la denominazione se non ci insegna nulla di nuovo?» 5 ), è ridotto a zero. Il più familiare (heimlich) è anche il più inquietante (unheimlich). E che cosa c'è di più inquietante di un viaggio nell'oltretomba? Il capitolo settimo, sulla psicologia dei processi oni rici, dell'Interpretazione dei sogni, è una discesa agli inferi. Il capitolo, da intendersi nel senso liturgico della parola, inizia con l'evocazione onirica, nel divampare delle fiamme, del bambino defunto. In una specie di prologo poetico siamo avvertiti che il tratto comodo e piacevole del cammino è ormai dietro di noi e che inol trandoci tutte le strade non porteranno più alla luce della piena comprensione ma sfoceranno nel buio. In questo viaggio, è nelle vesti di poeta che Freud ci si offre come guida non trascurando la classica invoca zione all'assistenza degli dei e delle muse: « Avventu randomi nel tentativo di penetrare più a fondo nella psicologia dei processi onirici, ho intrapreso un duro compito per il quale anche la mia capacità espositiva . è appena sufficiente» 6 • Non manca, strada facendo, an che la clausola della disperazione poetica del viator: 38
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