Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
e preferisce trovare un appoggio irrefutabile nella tra scndenza, perché ciò che è scritto lassù, sulle lapidi della legge, è la prudente ma salda volontà di usare il pros simo e ridurlo al proprio fine, sottoporlo ai diritti del proprio piacere e corpo. - E bravo! Lasciamo però •stare , il fatalismo. Il let" tore di Calvino mi pare mosso da ben altre idee fisse, e nemmeno si può . sostenere che la sua sia una rassegna zione passiva e consolatoria. Mi pare piuttosto uno scet tico metropolitano, capace di adattarsi alla realtà e coniugarvi ,dentro il suo -desiderio superando con enco miabile caparbietà e costanza una miriade di ostacoli e - intralci di ogni sorta. - A . questo punto mi avete piacevolmente stufato col vostro Hnguaggio pere.p.nemente universitario. Io non ho letto quest'ultimo Calvino, e con le vostre sin tesi storiche non è che... - Ah, tu non l'hai letto? Bé, è un po' difficile da raccontare. E' un romanzo in presa diretta, e dallo svi luppo imprevedibile, come se fosse sempre l'estro del momento a presiederne fa composizione. Da questo . pun to di vista è certo 'un romanzo ·settecentesco, e del Set tec�nto ha la capacità di sviluppare il proprio preludio .in una fuga, e fuga che sa dove andare a -riprendere e dove rilanciare i ·suoi temi, motivi e tasti, già così saggiamente dispersi in matematica costruzione. - Uffa! Che barba. _ Guarda che stai ancora polemiz zando con lui, e non rispondendo a me. - Ebbene, · racconta le · peripezie di . un lettore, che per una serie - di circostanze, tra l'altro incastrate con strabiliante inv�nzione narrativa, ' non arriva mai a por tare fino in fondo una storia. Dapprima perché l'edito ria funziona tutto l'anno coine le poste sotto le · feste di Natale e Capodanno, e poi per una vera e propria congiura internazionale, diretta da un'onnipotente · vo lontà nascosta che si intromette sempre più tra i· suoi 173
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