Il piccolo Hans - anno VII - n.26 - aprile-giugno 1980
un'intera città morta o tramortita o spettrale, portata a spasso nell'universo. Per queste spelonche, tra goc ciolìi e borbotti di malaugurio, gli astronauti si muo vono malvolentieri, e proprio quando non ne possono fare a meno. Proprio sulla contrapposizione fra «luogo tecnolo gico», ossia definito da spazi e ragioni, e «luogo del l'informe», ossia connesso a un tempo non quantifica bile, s'appoggia una lettura meno superficiale del film. Intérieur vs comptoir, se si vuole rimanere nei termini benjaminiani: qui l'intérieur, che «sfonda» paurosa mente, raccoglie davvero, in senso stretto, « il lontano e il passato». Si capisce che l'interno del «Nostromo», il vqo interno, quello fatiscente e per dir così inutile, sia assimilato non solo figurativamente ma funzional mente al relitto e ai luoghi del pianeta sul quale scen dono per breve tempo gli astronauti. Essi vi scoprono i resti di una civiltà così remota rispetto al tempo umano che il suo passato, circolarmente, può addirittura occu pare il futuro. Tutti questi elementi si fermano all'esercizio di un gusto sofisticato ed eccentrico, che trovi il suo omologo appunto in certe invenzioni grafiche dei fumetti meno convenzionali? Il film tenta lo spettatore a dire di no, suo malgrado magari; intendo, malgrado il film. Il fatto è che in questa storia, mediante i valori visivi, scenogra fici che ho cercato di indicare, s'inscrive una archeolo gia del futuro. Nell'intérieur di una macchina volante per defini zione futuribile c'è un intérieur ancora più intérieur che configura un enorme reperto fossile, un'intera città come scavata fuori dalle voragini del tempo. Solo che tale trouvaille archeologica non pertiene al passato ma al futuro più lontano, il futuro che è proprio della science foction. In una pagina freudiana del «Disagio della civiltà», 163
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