Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
dalla referenziali1à specifica (e ancora da precisare) che rinviano a una forma particolare di presa sul loro og getto, a tutti gli alrtri sassi del paradigma, e agli incon tri�scontri con tutti gli elementi «normali» adiacenti nella sequenza sintagmatica. Proviamo a riformulare tutto ciò a partire dal Bach tin della «parola nel romanzo»: fa parola concepisce il proprio oggetto con un artto che è l'intenzione per cui avanzando verso il suo senso tende verso l'oggetto. Ma mentre con il dialogo sociale la parola, nel · cammino verso l'oggetto, incontra la parola altrui e l'oggetto stes so nominato · è illuminato - e oscurato dall'opinione so ciale pluridiscorsiva, con la funzione poetica l'interna dialogicità della parola è negata, e turtta l'azione si gio ca · tra la parola e l'oggetto. Così la parola poetica non presuppone al di fuori di ,sé enunciazioni altrui, ma al contrario tende a costruirsi nell'isolamento della lin gua del poeta. Questa sua lingua sarà allora unica, autòritaria, dogmatica e conservatrice. La distanza pluridiscorsiva che separa parola e og getto viene raccorciata, soppressa perché: «tutto ciò che fa parte dell'opera deve affondare nel Lete, dimen ticare la propria vita precedente nei contesti altrui». «Il movimento del simbolo poetico presuppone proprfo l'unità della lingua direttamente correlata col - suo og getto». In questo modo abbiamo un incontro singolare, un a f frontamento che rimette la parola in connessione con il suo oggetto. Immediatamente, per quanto possa voler dire, essa si scava un cammino univoco verso il suo og getto mossa · in forza propria a evitare la rete caotica degli infiniti cammini che convergono all'oggetto nella dimensione pluridiscorsiva. 75
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