Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

dalità specifica di referenzialità. Una modalità del ri­ tardamento e della sospensione del passaggio al signifi­ cato, ai significati, proprio all'uso discorsivo. Ritroviamo così con Mallarmé la sorpresa del signi­ ficante (surprise de n'avoir ou'i jamais) e la sospensione del suo significato, il rinvio nel- tempo (réminiscence) e il riaffiorare di un significato spostato nel quale l'og� getto nominato bagna in una nuova atmosfera. Insistendo sull'isolamento incantatorio della parola ritroviamo in Mallarmé il poeta che tratta le parole co­ me oggetti, variamente ripreso dai formalisti a Jakob­ son: « l'intenzione viene diretta non sul significato ma sul segno stesso», « la parola è sentita come parola e non come semplice sostituto dell'oggetto». Resta tutta­ via uno scarto fra trattare la parola come parola e trat­ tarla come oggetto, o forse più ancora come l' « ogget­ to». In questo scarto si situa quello che stiamo cer­ cando. Posto il carattere generale di una referenzialità, nel testo poetico, autoriflessiva e ritardata, si insinua un carattere singolare, proprio a ogni singola lingua poe­ tica, per cui si staccano come sassi parole, nuclei tim­ brici e insieme metasignificati - se così si potesse di­ re - che molto concorrono a quella « nuova atmosfe­ ra» dentro cui una particolare lingua poetica corre ver­ so i suoi oggetti. Marbre, cygne, blanc, ri-en, éventail, attraversano l'opera di Mallarmé recando ogni volrta che compaiono una valenza costante, e insostituibile, un nucleo osseo scarnificato _:_ penso anche a quello che mostra l'ana­ lisi sulla « funzionalità specifica» del linguaggio poe­ tico di Montale, ad esempio, di D.S. Avalle. Lungo il verso abbiamo allora insieme alle sospen­ sioni date dalle viscosità del passaggio significante/si­ gnifkato, abbiamo ancora da contornare quei sassi 74

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